Irena (Kseniya Rappoport) subisce un destino comune a tante ragazze come lei: giunta in Italia dall’Ucraina con tante speranze, finisce nella mani di uno spietato
sfruttatore detto “Muffa” (Michele Placido). Costui la costringe a vendere le creature concepite durante rapporti con clienti facoltosi. Al termine di una schiavitù eterna (11 anni), la ragazza trova il coraggio per ribellarsi. Uccide il suo aguzzino e fugge dalla Sicilia, sulle tracce di una delle sue ultime figlie, la piccola Tea (Clara Dossena). Riesce a farsi assumere dalla ricca famiglia che ha adottato la bambina, ma - proprio mentre stringe un rapporto sempre più intenso con la piccola - ecco il colpo di scena: Muffa non è morto. Anzi, dopo essere sopravvissuto per miracolo, è sulle tracce di Irena, deciso più che mai a vendicarsi. Giuseppe Tornatore torna dietro la macchina da presa per un film il cui tema - la schiavitù sessuale - è solo un pretesto per un thriller psicologico con qualche venatura horror. Tutta ruoto attorno alla protagonista Irena, interpretata dalla brava Rappoport, che riesce a dare notevole forza al travagliato personaggio femminile. Per il resto “La sconosciuta” è una pellicola priva di enfasi espressive, quasi nuda. E l'atmosfera e le luci di Trieste danno quel tocco in più. Piazza pulita ai David di Donatello 2007: premi per il miglior film, la migliore attrice, il miglior regista, il direttore delle fotografia e il miglior musicista.