France de Meurs è una famosa giornalista televisiva con una vita sempre di corsa. Tra una diretta e l’atra, passando per un reportage da un paese lontano o in guerra, con le notizie che non si possono fermare e la vita privata che la rincorre, France non ha tempo per niente e per nessuno, tanto meno per riflettere su se stessa. La prospettiva cambia, però, in seguito a un banale incidente stradale. Da qui il suo mondo inizia a vacillare e si scatenano una serie di eventi che trascinano la carriera e la vita della non più così brillante reporter verso il baratro. France cerca di rifugiarsi nell’anonimato, ma tutto il suo mondo sembra essere ormai in crisi. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2021. NOTE DI REGIA «Il sistema mediatico non è fatto per integrare il reale, è un sistema chiuso su stesso dove la complessità del reale è scomparsa. È interessante vedere come gli individui si comportano all’interno di questo sistema. I presentatori televisivi sono come robots umani, sono schizofrenici. Il film può apparire all’inizio come una satira, ma non è una semplice presa di posizione “contro” o una denuncia, non è un film contro i media, avevo voglia di mostrare che anche in un personaggio come quello di Léa Seydoux, che si presenta nel suo lato negativo e oscuro, può esserci la luce. Si può dire che il personaggio di Léa Seydoux incarni la Francia, personifica qualcosa di sofisticato, di triviale, di umano, di tragico, di bello – in una parola quello che siamo” « Bruno Dumont, da un’intervista dei “Cahiers du Cinéma” luglio-agosto 2021))