Tocca a Michelle Williams (la Jen Lindley di "Dawson's Creek", già candidata all'Oscar per "Blue Valentine") confrontarsi con il mito di Marilyn Monroe. Compito non facile che l’attrice ha assolto alla grande, portandosi a casa il Golden Globe quale migliore attrice in un film commedia o musicale e ottenendo una candidatura agli Academy per il secondo anno di fila. Il film, prodotto e diretto da Simon Curtis, al suo debutto sul grande schermo dopo una lunga carriera quale regista televisivo per la BBC, è tratto dai diari (“The Prince, the Showgirl and Me” e “My Week With Marilyn”) di Colin Clark, sceneggiatore britannico che incontrò la diva nell’estate del 1956 mentre si trovava in Inghilterra per girare "Il principe e la ballerina". All’epoca Colin aveva ottenuto un lavoro come assistente sul set e si occupò di trovare una sistemazione a Marilyn per il soggiorno. In seguito alla partenza di Arthur Miller (lui e Marilyn erano anche in luna di miele), fu proprio Colin a stare accanto alla Monroe facendole da Cicerone e cercando, almeno per una settimana, di sollevare l’attrice dai demoni che non l’abbandonavano mai. Il ruolo di Clark è stato affidato a Eddie Redmayne, giovane modello e attore britannico. Dougray Scott è Miller, Kenneth Branagh interpreta Sir Laurence Olivier e Julia Ormond veste i panni di Vivien Leigh. Nel cast anche Judi Dench ed Emma Watson (Hermione nella saga “Harry Potter”).