Sicilia, 1953. Joe Morelli vende sogni di celluloide. Ma di certo solletica le ambizioni più nascoste dei suoi interlocutori. Con un camioncino batte a tappeto i paesini isolani, scarica la telecamera e fa provini: è l'Universalia Cinematografica, che cerca talenti. A pagamento, è ovvio. Il futuro in tasca per millecinquecentolire. È un segno del destino, la gente si elettrizza, il cinema bussa alla loro porta. È l'occasione, da sempre attesa, per farsi riprendere e notare da registi come De Sica e Rossellini, dice Joe. Ed ecco la sfilata del popolo, ora ignorante e presuntuoso, ora ingenuo e fiducioso: l'omosessuale narciso, il vecchio su di giri, il ragazzo arrogante e la casalinga frustrata. Ma è solo una volgare truffa. E Joe commette un errore: imbroglia un carabiniere ed un mafioso, Primo Badalamenti, oltre ad una povera ragazza, Beata, che s'innamora di lui prima di impazzire del tutto. E Joe resta solo. Forse pentito, forse pazzo anche lui, dopo due anni di carcere per truffa e la sua Beata in manicomio, rivede come in un film voci e volti di chi, nel tempo, aveva creduto alle sue promesse di fumo.
Come in Nuovo Cinema Paradiso, Giuseppe Tornatore chiude questa pellicola con una sequenza cinematografica di immagini, di flashback.
I personaggi sopravvissuti a quelle illusioni hanno trovato, forse, il coraggio di riscattarsi da una terra dimenticata come la Sicilia o il Meridione tutto, di quarant'anni fa, illuminato dal sogno di Hollywood. Nel 1996 Giuseppe Tornatore si è meritato la nomination all'Oscar come Miglior Film Straniero ed un'altra nomination per il Leone d'Oro al Film Festival di Venezia, aggiudicandosi invece il Premio Speciale della Giuria sempre a Venezia, ex equo con la Commedia di Dio di Monteiro. Tra i riconoscimenti minori, il Premio Cinemavvenire, di Airone Cinema; il Premio Leoncino d'oro, dell'Agiscuola; il Premio Pasinetti a Sergio Castellitto, come Migliore interprete. Il regista siciliano, all'epoca dell'uscita del film, aveva già conquistato la platea mondiale con Nuovo Cinema Paradiso, del 1988, con cui ha vinto l'Oscar per il Migliore Film Straniero e il corrispettivo Golden Globe. Riconoscimenti artistici da aggiungere al Premio Speciale della Giuria allo stesso Giuseppe Tornatore nell'European Film Awards e, come Miglior Attore, a Philippe Noiret.