Romeo, un giovane di vent’anni affetto dalla sindrome del gioco d’azzardo patologico, va a giocare al videopoker portando con sè Giacomino, quello che una volta si sarebbe definito “il matto del paese”, un giovane con un ritardo psichico ma particolarmente dotato dal punto di vista della matematica, in grado di fare calcoli a memoria e in tempi brevissimi degni di un computer. Romeo spera che Giacomino calcoli le probabilità e capisca il momento in cui giocare con i videopoker e le slot machine, come a volte succede a Las Vegas con il Black Jack. E infatti Giacomino osserva attentamente il gioco e formula un calcolo. Che però non dà i risultati sperati da Romeo, anzi. Qualche giorno dopo Romeo discute di un’oscura faccenda di soldi con due uomini, i fratelli Mario e Gennaro Calcabrizio. Gennaro a un certo punto perde la pazienza e uccide Romeo con una mazza da baseball. Alla scena ha assistito Giacomino. I due fratelli si accorgono di lui, ma prima che possano fermarlo per capire che cosa abbia visto esattamente, Giacomino viene raggiunto da un prete (don Bob) e da una ragazza (Ilari). Coliandro fa una delle sue solite sciocchezze: arresta un cieco credendolo un testimone reticente. Per punizione, De Zan spedisce Coliandro a proteggere un testimone che dice di essere stato minacciato. Coliandro spera si tratti di una bella ragazza e invece si trova davanti Giacomino, il matto del paese. Coliandro vorrebbe rinunciare immediatamente all’incarico, ma poi vede la sorella di Giacomino, una ragazza bellissima, dall’aspetto casto e puro, e cambia idea. Coliandro fa amicizia con Giacomino e nello stesso tempo scopre degli indizi sull’omicidio di Romeo. Dietro a tutto c’è la ‘ndrangheta, che controlla le slot machine e i videopoker della provincia: una ‘ndrina retta dal vecchio Zu’ Mariano, di cui fanno parte anche Mario e Gennaro, suoi nipoti. Giacomino era riuscito a calcolare la formula con cui la ‘ndrina aveva truccato le macchine perché non vincesse mai nessuno. Lo aveva detto a Romeo che aveva minacciato i due fratelli di denunciarli - prove alla mano - se non gli avessero restituito i soldi, e per questo è stato ucciso. In questura De Zan decide, seppur a malincuore, di utilizzare Coliandro e Giacomino come esca. Naturalmente nessuno avverte Coliandro, che scambia i poliziotti che li sorvegliano - e li proteggono - per uomini della ‘ndrangheta. Coliandro fugge portandosi via Ilaria e Giacomino, facendo fallire la trappola ed esponendoli ad un nuovo pericolo.