La signora di tutti

Gaby Doriot, una diva del cinema, è trovata morente nel suo camerino, dove si tagliata le vene. Sul tavolo operatorio, durante l'azione dell'anestetico, comincia a rivivere la sua vita e i suoi amori sfortunati fino alla sua ascesa a diva dello schermo. La relazione con l'industriale Leonardo, che per lei si è rovinato e muore travolto da un'automobile, finisce in uno scandalo che viene sfruttato come pubblicità per il lancio del nuovo film della diva. Gaby cerca invano di riallacciare i rapporti con il giovane Roberto, di cui era stata innamorata. Quest'ultima delusione la spingerà al suicidio. La fine dell'operazione coincide con quella dell'operazione. Gaby è morta. <br>Dopo l'esilio in Francia, seguito all'incendio del Reichstag, Ophüls gira nel 1934 il film francese On a volé un homme, e subito dopo accetta l'invito di Emilio Rizzoli per dirigere la messa in scena di un romanzo di Salvator Gotta che lo stesso Rizzoli aveva pubblicato a puntate su uno dei suoi giornali. La produzione fu affidata a una società appena costituita, la "Novella Film". "Semplice commessa in un negozio di guanti, Isa Mirando troverà con questo film il lasciapassare per Hollywood. Sulla sua presenza attonita e sgomenta Ophüls può impiantare la messa in scena della macchina della rappresentazione, come negli altri suoi film sullo spettacolo, tutti giocati sul corpo della donna, da Die verliebte Firma a Sans lendemain, da Divine a Lola Montez. Con la differenza che qui non si tratta di circo, night o varietà di periferia, ma di cinema, o meglio: della produzione della diva cinematografica (dell'attoree in rapporto alla riproduzione tecnica)". (Michele Mancini)