Senza dubbio il biologo francese Luc Jaquet non si aspettava questo successo quando, qualche anno fa, rispondeva a un'inserzione pubblicata su un giornale francese nella quale si cercava qualcuno disposto a passare molti mesi all'altro capo del mondo. Così, aveva inizio l’avventura di un documentario che, nel 2005, si è imposto come vero fenomeno mediatico (Oscar come miglior documentario), dando filo da torcere al botteghino a blockbuster del calibro de “La guerra dei mondi”. Dai 14 mesi passati in Antartide insieme alla sua troupe, Jaquet regala al cinema una storia che sa di magico. Ogni autunno, l’inospitale Polo Sud, si fa silenzioso scenario di un viaggio che, da millenni, si ripete immutato. Migliaia di pinguini imperatore lasciano la costa oceanica per avventurarsi attraverso i ghiacci eterni. Una marcia di venti giorni verso un luogo chiamato “Oamack”, dove avrà inizio il rito dell’accoppiamento. Ad accompagnarli il gelo artico e i pericoli di una natura infida. A guidarli un istinto primordiale e la volta celeste. Nella versione italiana, il lungo viaggio dei pinguini è raccontato dalla voce di Fiorello.