Documentario
Italiani
Socialista, antifascista, padre costituente, uomo politico e delle Istituzioni. E quinto Presidente della Repubblica Italiana. A Giuseppe Saragat è dedicata la puntata di “Italiani” con Paolo Mieli. La ricostruzione della sua storia è affidata a Federico Fornaro, che ne ha redatto la biografia, e a Paolo Mattera, storico del socialismo italiano. Nato a Torino nel 1898 e laureato in economia e commercio, nel 1922 Saragat entra nel Partito Socialista Unitario, guidato da Giacomo Matteotti, e diventa uno degli esponenti di spicco dell’antifascismo. Costretto a trasferirsi all’estero, rientra in Italia dopo la caduta del fascismo, diventa ministro senza portafogli nell’esecutivo Bonomi del 1944 e con l’Italia liberata è ambasciatore italiano a Parigi tra il ’45 e il ’46. È anche presidente dell’Assemblea Costituente che dal 25 giugno del 1946 redige la Carta Costituzionale. Nel 1947, contrario all’alleanza tra socialisti e comunisti, entra in conflitto con Nenni e dà vita alla “scissione di palazzo Barberini”. Il 18 aprile 1948, nelle prime elezioni del Parlamento Italiano, il suo nuovo PSDI ottiene solo il 7 per cento dei voti e si assesta nell’orbita del centrismo DC, criticato da destra e da sinistra. Nelle elezioni del giugno 1953, Saragat è di nuovo sconfitto ed è sua la celebre battuta di quei giorni: “un destino cinico e baro”. Ricopre più volte l’incarico di vicepresidente del Consiglio dei governi De Gasperi e nel 1963 è ministro degli Esteri. Nel 1964, dopo le dimissioni del presidente Antonio Segni, si apre una difficilissima corsa al Quirinale. Dopo ventuno scrutini, il 28 dicembre, Saragat riesce a mettere d’accordo i grandi elettori. Inizia così il suo disegno di “Grande Presidenza”: viaggia in tutte le comunità italiane nel mondo, pronuncia un celebre discorso a Milano, il 9 maggio 1965, che rende solenne omaggio alla Resistenza, e nell’autunno 1966 è il primo Presidente della Repubblica che visita un campo di concentramento. Maturano, intanto, i tempi per una riunificazione dei socialisti, che avviene nell’ottobre 1966, ma che non trova conferma nelle elezioni del ’68 portando a una definitiva scissione. Per Saragat, che deve assistere agli scandali che travolgono il suo partito, non sarà una vecchiaia politicamente “serena”. A 78 anni, si ritrova di nuovo eletto presidente e segretario del Psdi, dopo le dimissioni di Tanassi travolto dallo scandalo Lockheed. L’8 marzo del 1988, Enzo Biagi nel programma “Il caso” rilancia un appello ri...

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