Imma è nel suo ufficio in Procura quando si presenta una giovane giornalista, Donata Miulli, che dice di essere in possesso di informazioni scottanti sul candidato alla Presidenza della regione Basilicata, l’onorevole Lombardi, di cui è anche stata amante. Imma la ascolta e la invita a tornare con le prove. Ma quando qualche giorno dopo Donata viene trovata morta, Imma ripensa con angoscia a quell’incontro. La prima ipotesi è suicidio. Imma però non ne è del tutto convinta. Donata le è sembrata una ragazza motivata, determinata, combattiva. Chiede, quindi, del registratore che ricorda averle visto, ma di questo non c’è nessuna traccia. Decide allora di andare a Roma a sue spese per incontrare l’onorevole Lombardi, il quale sostiene di aver conosciuto Donata durante un dibattito politico sul futuro della Basilicata, nulla di più. E presenta un alibi di ferro: il giorno in cui la ragazza è morta lui si trovava nella Capitale per un comizio elettorale.  A Roma Imma ritrova Calogiuri, impegnato nel corso per sottufficiali, ed è a lui che chiede aiuto. Le ricerche svolte insieme nella Capitale conducono a una ragazza che Donata frequentava, una certa Lolita. Scoprono così che il giorno la ragazza ha un appuntamento a Cinecittà per un provino. Imma la incontra e da lei ottiene soltanto la conferma che Donata aveva avuto effettivamente una relazione clandestina con Lombardi, interrotta bruscamente per decisione dell’onorevole. Nulla invece che riguardi coinvolgimenti poco chiari rispetto alla gestione politica del territorio, ad affari poco trasparenti. Imma torna a Matera senza alcuna prova.  A dare nuovo impulso alle indagini è il ritrovamento del registratore della ragazza, dal quale Imma ascolta una conversazione sconvolgente con Lombardi.