Il Re della Notte e il suo esercito sono alle porte di Grande Inverno. Il giorno della grande battaglia ha inizio. Chi sopravviverà? Chi cadrà? La regia di Miguel Sapochnik e la scelta, da alcuni criticata, di una fotografia particolarmente scura, davvero al limite, riescono a portare lo spettatore sul campo di battaglia. I primi minuti sono una lunga, lunghissima attesa. I Dothraki in sella ai loro cavalli, gli Immacolati serrati nelle fila, Brianne, Jamie, Jorah alla guida delle truppe di Westeros, Daenerys e Jon con Drogon e Raeghal, Arya e Sansa che osservano dalle mura di Grande Inverno. Gli sguardi persi, nella notte più oscura e minacciosa. L'arrivo di Melisandre porta un po' di luce, ma è destinata a spegnersi. Si combatte, su tutti i fronti, nel cielo e in terra, scene concitate lasciano lo spazio a momenti più intimi (come quello che vede protagonisti Sansa e Tyrion nelle cripte). Si viene trascinati nella lotta, si trattiene il fiato per Arya, in una sequenza alla "Walking Dead", si piange per Lyanna Mormont, una novella Eowyn (tanti i richiami alle epiche battaglie de "Il Signore degli Anelli", cui Sapochnik ha dichiarato di essersi ispirato) e, infine, si spera nella sopravvivenza, anche alla fine, quando il Re della Notte uccide Theon, ultimo baluardo prima di arrivare a Bran, quando tutto sembra perduto. Ma forse oggi non per tutti è tempo di incontrare la Morte...