Rubrica
Genio e sregolatezza
Le ribellioni alla Biennale di Venezia del 1968 sono il segno della crisi del mondo artistico che viene criticato dalla società di massa a partire dalla contestazione. Già nel 1967 il critico militante Germano Celant lancia l’idea di un’arte che si schieri contro il consumismo e a favore di una radicalità di intenti anche politica, che trova i suoi protagonisti in artisti come Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Penone, Giulio Paolini, Mario Merz, Jannis Kounellis, Alighiero Boetti, Giovanni Anselmo, Emilio Isgò che ben presto vengono accomunati dalla dicitura di Arte Povera. Nata nella Torino della contestazione operaia, l’Arte Povera è un’arte di protesta e di coinvolgimento, come dimostra l’azione di Pistoletto che trascina per le strade un’enorme palla di giornali tra lo stupore della gente. Si parla anche dell’avvento del femminismo, sostenuto in arte da figure come Ketty La Rocca e ricordato oggi da una critica d’arte donna. L’anno chiave è il 1972, quello in cui alla Biennale di Venezia Gino De Dominicis espone un mongoloide col titolo di “Seconda soluzione di immortalità” mentre Fabio Mauri esegue la performance televisiva Il televisore che piange, scioccando i telespettatori. Un critico straniero ci parla dell’importanza, a livello internazionale, dell’impegno radicale nell’arte italiana negli anni 70 e del suo versante femminista.

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Genio e sregolatezza inizia alle ore 19:40

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Genio e sregolatezza va in onda il giorno 06-02-2025

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