Fairytale - Una fiaba

Fairytale - Una Fiaba è un film drammatico russo, della durata di poco più di un'ora, nella quale il regista Aleksander Sokurov immagina i più potenti dittatori della storia riuniti in un limbo in attesa del Giudizio Divino. Fra le personalità costrette ad aspettare l'incontro con Dio, ci sono Adolf Hitler, Benito Mussolini, Iosif Stalin, Winston Churchill e Napoleone Bonaparte ma non solo. Una delle particolarità del film, è la totale assenza di mezzi di intelligenza artificiale: il regista ha utilizzato esclusivamente materiali d'archivio per immortalare i dialoghi. La pellicola è una perla partorita dalla mente di Sokurov. Il regista russo infatti è una colonna portante della cinematografia del proprio paese, con la sua passione per la storia e il cinema che lo hanno portato negli anni ottanta a diventare uno dei maggiori registi censurati dal governo dell'Unione Sovietica. I primi girati pubblicati di Sokurov infatti, sono del 1990 e 1997, con "The Second Circle" e Mother and Son". Il film è stato presentato fuori concorso al Torino Film Festival del 2022.<br>NOTE DI REGIA<br>"Questo è un momento difficile e non aggiungo altro. Un tempo immerso in tragedie, sventure, nel crollo della civiltà (...) Come autore cercherò di guardare i miei eroi con umorismo leggero e anche con tono sarcastico. Come farò? Non lo so. Guarderò i cinegiornali in cui si muovono quelli che abbiamo designato come eroi e cercherò di rimuovere il pathos e la maestosa grandezza da persone conosciute nel mondo come esempi di potenza o malvagità. Proverò a costruire il film in forma di racconto parallelo, un tempo in cui saremo immersi nel mondo dei monologhi interiori dei nostri "eroi", che non riporteranno le loro idee politiche quanto piuttosto le loro reazioni alle piccole cose della vita quotidiana, i loro capricciosi cambiamenti di umore il parlarsi addosso sulla loro grandezza e il loro potere illimitato Sorridiamo, ridiamo, cerchiamo di capire attraverso una prospettiva paradossale il punto di vista dei personaggi al potere nelle cui mani c'era il destino della Storia (...)". (Aleksandr Sokurov)