La cornice è da raccapriccio: la Palermo dei quartieri popolari, ritratta in tutta crudezza, con accento sulle tutte diverse sfumature di squallore e miseria. La storia è raccontata come flashback. E narra di una famiglia. Una famiglia delle case popolari di Palermo, il cui padre è Nicola Ciraulo (Tony Servillo), poi c’è una madre Giselda (Maia Mitchell), un figlio Tancredi (Fabrizio Falco) e una bambina, Serenella (Alessia Zammitti). La vita corale della famiglia viene alterata dalla morte di Serenella, uccisa da una pallottola vagante. Come si elabora questo evento? Quali conseguenze ha nella famiglia? I valori di riferimento della famiglia (e dell’ambiente) diventano sempre più chiari, adesso. Con l’estrema conseguenza, che potremmo definire darwiniana: i deboli sono inutili, devono soccombere. I veri luoghi delle riprese sono quartieri e cantieri di Brindisi (questione di licenze) per questo primo film di Ciprì da solo, tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Alaimo. Alcuni premi a Venezia (Osella e Mastroianni) e Golden Globe Italy. Produzione italo-francese con la fotografia (tipica) di Ciprì, che nitidissima e impietosa ammanta di un velo mitologico la desolazione più nera.