Pistolero misterioso, stracciato, glorioso, dallo sguardo azzurrissimo, Django (Franco Nero) arriva in un’anonima località vicina al Messico trascinando con sé una bara. Cerca guai? Cerca vendetta? Sbaraglia la banda del cattivo Jackson (Eduardo Fajardo), fa un’alleanza con il nemico di Jackson, Hugo Rodriguez (José Bódalo), per rubare dell’oro, con la complicità di Maria (Loredana Nusciak), che ha salvato da una brutta sorte… Cosa contiene la bara? Film ammirato e citato da registi quali Kitano, vanta un numero imprecisato (ma altissimo) di presunti sequel o imitazioni. Con un sequel vero, girato sempre da Corbucci nel 1987: “Django 2: Il Grande Ritorno”. Per la violenza – nuova all’epoca – fu addirittura rifiutato in alcuni paesi (Svezia) o vietato ai minori di 18 anni (nella stessa Italia). Rimane un classico dello spaghetti-western, con una regia meno salda rispetto a quelle di Leone, ma di sicuro effetto e una trama semplice ma accattivante. Il fango, onnipresente nel film, ma insolito nell’ambientazione western, è proprio vero: dovuto alle piogge cadute su Tor Caldara, dove fu girato il film. Il regista preferì lasciarlo anziché ripulire le scene (secondo il consiglio dello scenografo Simi).