La storia del leone che svetta su una colonna di Piazza San Marco è rimasta a lungo avvolta dal mistero. Questa colossale scultura in bronzo è una delle icone di Venezia e del suo patrono, ma non si hanno testimonianze scritte sulla sua costruzione o sul suo posizionamento sulla colonna. Nei secoli, la statua ha acceso l’interesse di archeologi e di storici dell’arte che l’hanno attribuita a diverse culture. Nuove sofisticate analisi scientifiche condotte da un’équipe dell’Università di Padova con l’Associazione ISMEO di Roma e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, invitano ora a guardare il leone con occhi diversi: la statua avrebbe un’origine cinese. Nel documentario “Sulle orme del Leone di Venezia” di Marialuisa Miraglia, regia di Gabriele Raimondi, prodotto da 3D Produzioni, l’attore padovano Roberto Citran racconta le tappe che hanno portato a questa sorprendente scoperta e ricostruisce la storia travagliata della scultura. Insieme a quella del narratore, la voce di archeologi, chimici, filologi e storici dell’arte percorre un viaggio tra i manoscritti conservati nell’Archivio di Stato, i canali della laguna, le sale del Museo Correr. Per capire di più sul possibile legame tra Venezia e la Cina, si confronta il leone di bronzo con le creature esposte nel MAO, il Museo delle Arti Orientali di Torino, e con quelle della collezione asiatica del Museo delle Civiltà di Roma. Il narratore legge passi tratti dall’Apocalisse, da “Il Milione” di Marco Polo, ma anche testimonianze avvincenti del momento in cui la Repubblica Veneta cadde nelle mani di Napoleone e il leone venne portato a Parigi come bottino di guerra. Il racconto è ambientato principalmente a Venezia e a Padova, un tempo parte della Serenissima, ma va anche nell’Oriente che incantò Marco Polo, lungo le vie della Seta.