Nella Roma indolente dei giorni nostri, Vincent e Maria vivono in un appartamento di periferia che lei ha arredato con cura. I due formano una coppia. Sembrano non avere bisogno di nessun altro e conducono un'esistenza appartata. Lui è un cinquantenne di origini francesi che ha tagliato i pronti che la proprie radici e anche lei, cresciuta ad Ostia e di quindici anni più giovane, non vede più la sua famiglia. Vincent e Maria sono bravi a mimetizzarsi: quando prendono il metrò, si siedono vicini, teneramente abbracciati, se vanno al ristorante si guardano appassionatamente negli occhi. Dietro questa quotidianità apparentemente perfetta si cela un terribile progetto di vita portato avanti da lui con lucida determinazione e da lei accettato in virtù di un amore incondizionato. Un progetto che prevedere di aiutare coppie che non possono avere figli. Quando, incinta, lei sente si essere all’ultima gravidanza, decide che è giunto il momento di formare una sua vera famiglia. La scelta si porta dietro una conseguenza inevitabile: la ribellione di Maria a Vincent, l’uomo della sua vita. Dopo "Più buio di mezzanotte", Sebastiano Riso dirige un nuovo film, un dramma che parlando di argomenti tanto attuali quanto troppo spesso lasciati nel silenzio, dalle madri surrogate alle adozioni illegali, passando per il mercato nero di bambini nel nostro Paese, racconta la storia di una relazione di dipendenza, di un rapporto morboso fra un uomo e una donna, lui distruttivo e lei fragile e soggiogata. Protagonisti Micaela Ramazzotti, in sala nel 2017 anche con "La tenerezza", e Patrick Bruel, che ricordiamo in "Cena tra amici (Le Prènom)" del 2012.