1991. Il marine Jack Starks, impegnato con il suo reparto nella Guerra del Golfo, viene ferito alla testa. Nonostante le sue condizioni siano gravi, Jack riuscirà a riprendersi, ma l’incidente gli lascerà in “regalo” un’amnesia post-traumatica. Dimesso dall’ospedale Jack, rimasto senza famiglia e senza un posto dove andare, fa ritorno alla sua città natia, in Vermont. Nove mesi dopo lo ritroviamo mentre fa l’autostop su una statale poco fuori dal centro abitato. Sul ciglio della strada incontra una donna, ubriaca, con l’auto in panne e una figlia di circa otto anni. Jack cerca di aiutarle come può, quindi riprende il suo tragitto insieme a un ragazzo canadese che acconsente a dargli un passaggio. Di lì a poco il ragazzo viene fermato dalla polizia. Quindi la scena si fa confusa. Jack perde i sensi e, al risveglio, si ritrova in carcere con un’accusa di omicidio. Giudicato infermo di mente al processo, Jack viene ricoverato presso Alpine Grove, un ospedale psichiatrico dove, affidato alle cure dell’equipe del dottor Becker, inizierà un’inquietante terapia per rimettere insieme i pezzi della sua vita. Maybury affida allo spettatore il compito non sempre facile, di leggere e interpretare questo dramma psicologico, senza semplificare il gioco. Si mette nelle mani di un pubblico, per una volta tanto, sentito come adulto.