Dopo lo straordinario (e inaspettato) successo del primo episodio, ritorna Jason Bourne (Matt Damon), il letale agente segreto che ha perso memoria ed identità. Jason si era rifugiato in India con la nuova fidanzata nel tentativo di recuperare un pò di serenità. Ma un attentato a Berlino, dove viene ucciso un informatore dell’Agenzia, scatena una serie di eventi per cui Jason si trova, suo malgrado, nuovamente nei guai. Un sicario inviato ad ucciderlo fallisce la missione, ma riesce ad eliminare Marie. Jason reagisce tornando in azione. è’ l’inizio di una trafila ininterrotta di inseguimenti, pedinamenti e duelli all’ultimo sangue, secondo il copione previsto dal genere spy-story. Per il secondo episodio della serie, cambio di timone alla regia: fuori Doug Liman (all’epoca impegnato a girare il telefilm cult O.C.), dentro Paul Greengrass (“Bloody Sunday”). Per differenziarsi, Greengrass tenta nuove vie, evidenti soprattutto nelle riprese con cinepresa in mano. Nulla riesce però a cancellare una sensazione di deja-vù, soprattutto pensando al primo e più fresco film.