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“Il dottor Zivago" non è un romanzo semplicemente di dissenso ma in qualche modo va contro l'idea stessa della rivoluzione bolscevica, che non era una rivoluzione qualunque, era l'idea di rifare l'uomo, di rifare l'umanità, daccapo, anno zero, fare tabula rasa, e questo anche a costo di distruggere tutto ciò che in questo cammino titanico avrebbe potuto trovare. Il Dottor Zivago è una protesta contro questa impostazione”. Parole del giornalista e scrittore Pierluigi Battista nel proporre la lettura del capolavoro di Boris Pasternak e la visione del documentario “Il dottor Zivago” di Nino Kirtadzé. Pierluigi Battista sottolinea il valore letterario e storico di quest’opera e ricorda che Boris Pasternak “decide di scrivere questo romanzo sapendo benissimo che non avrebbe potuto superare gli scogli della censura e che quindi questo libro non sarebbe mai stato pubblicato in Unione Sovietica”. Il documentario della regista georgiana-francese Nino Kirtadzé racconta l’avventura della scrittura e della pubblicazione di questo romanzo straordinario con interviste, documenti e preziosi filmati. “Questa estate ho commesso il più grande crimine che uno scrittore sovietico possa commettere” scrive in una lettera Boris Pasternak “Viste le disposizioni in vigore da noi, è reato pubblicare un’opera all’estero prima che sia stata stampata in Unione Sovietica. Non so ancora quali provvedimenti prenderanno, ma è certo che me la faranno pagare cara. D’altra parte, non saprei immaginare come e quando potrebbero mai pubblicarmi in patria, e il romanzo non l’ho certamente scritto per tenerlo nascosto. Ho deciso di correre questo rischio. E se cento volte fossi indotto in tentazione, prenderei cento volte la stessa decisione”. Elena Pasternak mostra il manoscritto, pieno di correzioni e aggiunte, della prima stesura intitolata La candela bruciava, “aveva prodotto una enorme quantità di bozze, le modificava, le riscriveva, lo faceva all’infinito”. Zivago in russo significa ‘vivo’, ed era già una sfida dare questo nome al protagonista, alter ego dell’autore, mentre la vita, sotto il regime sovietico, valeva tanto poco. Stalin aveva un occhio di riguardo per Pasternak perché aveva tradotto i poeti georgiani ma, come ci ricorda Elena Pasternak, li aveva tutti sterminati. Molti degli amici di Pasternak furono infatti uccisi o mandati nei gulag. Il regime, insomma, non avrebbe consentito la libertà di pubblicare un romanzo come quello a cui lavorava Pasternak. L’opera però riesce ...

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Pagine va in onda il giorno 31-03-2025

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