Cleveland (Paul Giamatti) fa il custode di un condominio con piscina. Un giorno trova una donna (Bryce Dallas Howard) sola e impaurita in acqua. Lo sconcerto iniziale cresce a dismisura quando la ragazza sostiene di essere una ninfa chiamata Story e di essere in fuga da creature malvagie. Story deve tornare nel suo mondo, ma prima deve rivelare ad uno scrittore il ruolo fondamentale che avrà nella futura storia del mondo. I mostri le stanno però alle costole e uno di loro riesce a ferirla quasi a morte. Cleveland allora decide di aiutarla a ritrovare alcuni personaggi del condominio che possano inscenare un misterioso rito e rispedirla nel suo mondo. Una trama semplice, quasi fiabesca, per questo ritorno dietro alla macchina da presa di M. Night Shyamalan dopo “The Village”. E il motivo è lo stesso: la frontiera, al di là della quale nulla è come sembra. La ninfa, che proviene letteralmente da sotto la superficie delle cose (potenti le immagini acquatiche), sconvolge le esistenze di tutti i protagonisti, facendo riaffiorare dolori o speranze dimenticate e costringendo ognuno di loro ad un confronto profondo con sé stessi sulla strada della redenzione. Una pellicola accolta in maniera contrastante dalla critica, come dimostra il premio al peggior film raccolto ai Razzie Awards 2007.