Si ricompone la coppia formata da Paul Greengrass e Matt Damon, già protagonisti - il primo alla regia, il secondo in azione - delle pellicole "The Bourne Supremacy" e "The Bourne Ultimatum". La saga si alimenta in questo nuovo capitolo tornando a un passato che si segnala quale garanzia di sicurezza: stavolta Bourne, che dopo l'acquisizione della vera identità e la successiva vendetta pare non avere più nulla da chiedere né da ottenere, si accinge alla conduzione di una vita tranquilla, lineare, serena. Il peggio pare quindi un capitolo chiuso e archiviato. Non è così. La minaccia torna dietro l'angolo e si manifesta in tutto il suo impeto allorché Nicky Parsons, ex agente CIA, riesce a infiltrarsi in un ritrovo di hacker a Reykjavik e introdursi nei segreti dell'intelligence statunitense. La donna scopre che anche il padre di Bourne, uomo trasformato in una sorta di macchina omicida in seguito a un esperimento della CIA, ha avuto un ruolo nella vicenda. E' il motivo per il quale Parsons tenta un contatto - che va a buon esito - con lo stesso Bourne: l'incontro tra i due attira le attenzioni dei vertici di Langley, che manifesta l'interesse di liquidarli entrambi. Azione e thriller iniziano così a delinearsi in maniera evidente, dando il via a colpi di scena costanti che si sviluppano tra Atene e Las Vegas. Obiettivo degli antagonisti: uccidere Bourne la cui missione, ancora una volta, è quella di salvare la pelle e smascherare il complotto. Al fianco di Matt Damon, un cast di rispetto che va da Julia Stiles (Nicky Parsons) a Tommy Lee Jones fino ad arrivare a Vincent Cassel.