Il passato torna prepotentemente nella vita di Imma Tataranni attraverso un delitto che la scuote. In un appartamento della città vecchia viene ritrovato il cadavere di Stella Pisicchio, sua compagna di banco al liceo. Oltre alle implicazioni personali, oltre alla freddezza di Calogiuri ancora turbato dal caso precedente, la dinamica dell’omicidio si rivela subito complessa. Stella è stata trovata senza vita sul pavimento, con la porta chiusa dall’interno, le finestre sbarrate e una botola sul soffitto come probabile unica via di fuga dell’assassino. In un primo momento Imma collega la morte della donna a un certo Gaetano De Nardis, spiantato esponente di una nobile famiglia lucana che durante il Risorgimento, con la scusa di combattere il brigantaggio, si è macchiata delle peggiori nefandezze contro i contadini. Il sospetto di Imma nasce dalla scoperta che Stella aveva tentato di ricattare De Nardis attraverso delle lastre fotografie dell’epoca che testimoniano quel fatto storico e che lei ha trovato nel lamione del nonno. Rese pubbliche avrebbero certamente ostacolato la vendita al Comune del palazzo di Ginosa ereditato da De Nardis, ultimo suo bene alienabile. La reazione dell’uomo al tentativo di ricatto di Stella finisce per coinvolgere una vittima innocente, il dolce e simpatico Stacchio, un bambino del quartiere popolare Serra Venerdì di Matera, trovato morto in una grotta. Ma chi lo ha ucciso? E chi prima di lui Stella?