Film
Il paradiso probabilmente
Regia:
Elia Suleiman
Con:
Elia Suleiman
,
Gael García Bernal
,
Holden Wong
,
Robert Higden
,
Sebastien Beaulac
Alla ricerca della propria identità, ES (nient'altro che le iniziali del regista Elia Suleiman che veste di fatto i panni di se stesso) fugge dalla Palestina, sua terra natale, in cerca di una patria alternativa. Ma il progetto si rileverà ben presto irrealizzabile perché il protagonista si rende conto che la Palestina, ovviamente in senso figurato, lo segue come un'ombra. Perciò quella che doveva essere la promessa di una nuova vita si trasforma in una surreale e grottesca commedia degli errori perché indipendentemente dalla distanza e dalla meta del viaggio, che sia Parigi o New York, c'è sempre qualcosa che gli ricorda casa. La saga comica, dunque, esplora identità, nazionalità e senso di appartenenza, nella quale ES pone fondamentalmente una domanda: qual è quel luogo che possiamo veramente chiamare casa? Il film non dà risposte, se non che bisogna innanzitutto essere in pace con se stessi prima di poterlo essere, ovunque o in un determinato posto, in mezzo agli altri.
Qualcuno, scommettiamo, obietterà una certa superficialità delle trovate di Suleiman. Ma il fatto è che il suo discorso si concentra proprio sulla superficialità della percezione comune, sullequivoco di ciò che si dà a vedere, sullillusione della chiarezza, della trasparenza. E della libertà. Suleiman osserva, con la sua maschera muta e leggermente frastornata. Ma cè differenza tra sguardo e sguardo. Bisognerebbe ripeterlo, oggi forse più che mai. E quello di Suleiman è uno sguardo attivo. Come quello di Tati (e alla Tati è anche tutto lo straordinario lavoro sullamplificazione e la sottolineatura dei suoni). Come quello di Herzog e di Ferrara. È un occhio che interviene sulla neutralità apparente del dato reale e la trasforma, la trasfigura. Ma solo per arrivare al cuore del senso, allangolo nascosto o allinvisibile più scoperto e indifferente, quello che abbiamo sotto al naso e non vogliamo vedere. [Aldo Spiniello, Sentieri Selvaggi]
Qualcuno, scommettiamo, obietterà una certa superficialità delle trovate di Suleiman. Ma il fatto è che il suo discorso si concentra proprio sulla superficialità della percezione comune, sullequivoco di ciò che si dà a vedere, sullillusione della chiarezza, della trasparenza. E della libertà. Suleiman osserva, con la sua maschera muta e leggermente frastornata. Ma cè differenza tra sguardo e sguardo. Bisognerebbe ripeterlo, oggi forse più che mai. E quello di Suleiman è uno sguardo attivo. Come quello di Tati (e alla Tati è anche tutto lo straordinario lavoro sullamplificazione e la sottolineatura dei suoni). Come quello di Herzog e di Ferrara. È un occhio che interviene sulla neutralità apparente del dato reale e la trasforma, la trasfigura. Ma solo per arrivare al cuore del senso, allangolo nascosto o allinvisibile più scoperto e indifferente, quello che abbiamo sotto al naso e non vogliamo vedere. [Aldo Spiniello, Sentieri Selvaggi]
17 Gennaio 2025
03:20
Film
Il paradiso probabilmente
Domande frequenti
Puoi guardare Il paradiso probabilmente su RaiTre
Il paradiso probabilmente inizia alle ore 03:20
Il paradiso probabilmente va in onda il giorno 17-01-2025