Durante la bonifica di una discarica di rifiuti tossici, vengono rinvenute alcune ossa di un cadavere e una protesi di un braccio. Vista la produzione specifica delle protesi, viene individuata immediatamente l’identità del cadavere, ovvero Alfred Döberitz, capitano delle SS durante l’era nazista. L’uomo era colpevole di diversi crimini di guerra e durante il processo relativo alla strage di Bertone, dove tolse la vita a molti civili nel Nord Italia, scappa in Sud America per poi tornare negli anni 60 in Germania. Henrik e la squadra della polizia criminale provano a ricostruire i fatti ascoltando le testimonianze dell’avvocato di allora di Döberitz e del magistrato che seguiva il processo. I sospetti inizialmente si dirigevano verso Franco Rivolta, nipote di Anna la quale perse l’intera famiglia a Bertone. Quest’ultima infatti era una testimone chiave del processo contro di lui e, sotto consiglio del suo avvocato, Döberitz decide di darle un risarcimento di 250.000 euro affinché la stessa “lo perdonasse”. La donna non accetta e Döberitz chiede aiuto a Erich Fehling, un suo vecchio sottoposto, affinché la uccida. Erich si rifiuta e pieno di rabbia visto le atrocità che il capitano gli fece commettere durante la guerra, decide di ucciderlo. E’ lo stesso Erich ad andare dalla polizia a costituirsi, ammettendo l’azione commessa. Nel frattempo Julia decide di restare nella squadra al fine di aiutare Henrik a liberare Katrin Stoll dal sequestro.