Un detenuto riesce a fuggire durante un trasporto. Un testimone chiave del processo per omicidio che l'aveva fatto condannare viene trovato morto. Megan, minacciata dal fuggitivo, si troverà costretta a indagare sul caso originario, l'imputato, infatti, ha sempre dichiarato di essere stato incastrato. L'episodio si pare proprio su un cellulare della prigione che viaggia a tarda notte. A bordo c'è un omicida, Robert Riley. Questi riesce a liberarsi e ad attaccare una delle guardie, mentre un altro detenuto si impossessa della pistola e spara al guidatore. C'è un incidente. Il guidatore riesce a sparare al prigioniero che ha aiutato Robert, ma Riley scappa. Il detenuto ferito sostiene che il suo compagno ha dei conti da chiudere. Riley vuole vendicarsi di chi l'ha sbattuto dentro. Quanto accaduto arriva subito alle orecchie del procuratore distrettuale Dan Murphy: l'uomo chiede a Kate di conttattare Emmitt Harrington, vedovo di Caroline, la donna uccisa (o almeno così ha sentenziato il tribunale) da Riley. Tommy è certo che il killer abbia già colpito. E ha ragione, viene trovato il corpo di una delle persone che ha testimoniato contro l'imputato al processo. Megan analizza il cadavere e trova qualcosa di strano: una pomata antibatterica sulle ferite della vittima. Perché l'assassino avrebbe dovuto curare una ferita da lui stesso inflitta? Per Megan il caso si fa delicato quando, uscita dall'ufficio, entra in macchina e trova Riley che la sta aspettando. L'uomo, con l'aiuto di una convincente pistola, vuole che Megan lo aiuti: Riley sostiene che Caroline sia stata uccisa da suo marito Emmitt che poi lo ha incastrato perché amante della donna...