Film
Amarcord
Regia:
Federico Fellini
Con:
Ciccio Ingrassia
,
Pupella Maggio
,
Armando Brancia
,
Magali Noel
,
Nando Orfei
,
Luigi Rossi
,
Bruno Zanin
,
Gianfilippo Carcano
,
Josiane Tanzilli
È la storia dell'adolescenza di Titta. Giovane ragazzo riminese che si affaccia alla vita. Un sano spaccato di provincia, fatto di sogni e speranze infranti. Ma anche di gioie e scoperte. I primi brividi sessuali sui banchi di scuola, a causa dell'audace scollatura di un'insegnante. Ma anche ricordi di amori illeciti e di tenere prostitute romantiche. Storie annebbiate di ligie parate fasciste. Di scherzi e birichinate verso gli adulti. Di sgridate del padre severo e di uno zio che, beatamente, fa il mantenuto. E scorci di immagini imperdibili di gente di paese. Occhi sgranati e frammenti onirici, per il passaggio del Rex, impressionante transatlantico dove tutto è possibile...
Vent'anni dopo la regia del film I Vitelloni, il grande cineasta riminese firma un'altra pellicola autobiografica, sospesa tra sogno e ricordi. Un ritorno alla origini che trasforma la semplicità in magìa e dove, persino l'odio, si confonde con la nostalgia.
Girato interamente a Cinecittà, transatlantico compreso, ripropone l'espressione dialettale A'mar'còrd, ovvero mi ricordo. Dietro a tale, sfumata adolescenza, si malcela una dura critica che Federico Fellini muove al regime. Assurda dittatura che ha relegato gli italiani al periodo dell'adolescenza. Ma soprattutto denuncia verso il popolo che ha accettato la sottomissione. Il film conquista il plauso di Forlani e le sgridate della madre del regista, per il vocabolario troppo fiorito. Nonché l'attacco delle femministe per la figura di Gradisca e del suo seno ribelle. Negli Stati Uniti fa incassi da record e incetta di premi. Conquista l'Oscar come Migliore Film Straniero e due nomination alla Migliore Regia e Sceneggiatura Originale. Vince anche il Bodil Festival come Migliore Film Europeo, il National Board of Review pari merito con la Francia e il New York Film Critics Circle Award. Infine, ottiene una nomination ai Golden Globes, come Migliore Film Straniero.
Tra gli interpreti, Bruno Zanin alla sua terza pellicola. Debutta lo stesso anno in Un uomo in città. Per Pupella Maggio, sua madre nella finzione, si tratta della quattordicesima interpretazione. Il suo primo film risale al 1947 in Il Passatore.
Vent'anni dopo la regia del film I Vitelloni, il grande cineasta riminese firma un'altra pellicola autobiografica, sospesa tra sogno e ricordi. Un ritorno alla origini che trasforma la semplicità in magìa e dove, persino l'odio, si confonde con la nostalgia.
Girato interamente a Cinecittà, transatlantico compreso, ripropone l'espressione dialettale A'mar'còrd, ovvero mi ricordo. Dietro a tale, sfumata adolescenza, si malcela una dura critica che Federico Fellini muove al regime. Assurda dittatura che ha relegato gli italiani al periodo dell'adolescenza. Ma soprattutto denuncia verso il popolo che ha accettato la sottomissione. Il film conquista il plauso di Forlani e le sgridate della madre del regista, per il vocabolario troppo fiorito. Nonché l'attacco delle femministe per la figura di Gradisca e del suo seno ribelle. Negli Stati Uniti fa incassi da record e incetta di premi. Conquista l'Oscar come Migliore Film Straniero e due nomination alla Migliore Regia e Sceneggiatura Originale. Vince anche il Bodil Festival come Migliore Film Europeo, il National Board of Review pari merito con la Francia e il New York Film Critics Circle Award. Infine, ottiene una nomination ai Golden Globes, come Migliore Film Straniero.
Tra gli interpreti, Bruno Zanin alla sua terza pellicola. Debutta lo stesso anno in Un uomo in città. Per Pupella Maggio, sua madre nella finzione, si tratta della quattordicesima interpretazione. Il suo primo film risale al 1947 in Il Passatore.
02 Gennaio 2025
16:33
Amarcord
02 Gennaio 2025
00:35
Film
Amarcord
Domande frequenti
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Amarcord inizia alle ore 00:35
Amarcord va in onda il giorno 02-01-2025